Lettera a Zhou Enlai

 
27 dicembre 1966
 
Compagno Enlai,
di recente, numerosi studenti e insegnanti rivoluzionari giunti a Pechino e componenti delle masse rivoluzionarie, mi hanno scritto chiedendomi se mettere cappelli d’asino, pestare e far sfilare per le strade i dirigenti avviatisi sulla via capitalista ed i mostri e i demoni, vadano annoverati o meno fra i metodi di lotta militare. Io penso che queste pratiche debbano essere considerate forme di lotta militare. Queste pratiche non vanno bene, né sono funzionali allo scopo di educare il popolo. Persisto a dire che, nel corso della lotta, bisogna insistere sulla lotta culturale; la lotta militare non ci serve a niente, poiché essa smuove soltanto il fisico, non lo spirito. Dobbiamo limitarci a perseverare sulla lotta culturale e non sulla lotta militare, tirare fuori i fatti, argomentare e persuadere a fondo; solo così potremo portare la lotta sulla retta via, solo così potremo educare il popolo.
Occorre osservare che la stragrande maggioranza delle violenze sono istigate dalla minoranza di reazionari borghesi per scopi meschini, con l’intenzione di distruggere la linea del Partito e la Grande Rivoluzione culturale proletaria e di infamare il prestigio del Partito. Chiunque si renda colpevole di pestaggi, va perseguito legalmente.
 
Mao Zedong
27 dicembre
 
NOTE
 
La fonte dell’opera è Mao Zedong Sixiang Wansui (Viva il pensiero di Mao Zedong ), vol. 1961-1968.